sabato 18 settembre 2010

Mamma in burqa semina paure e polemiche

Per i bambini è la “maestra nera”. Alcuni di loro non vogliono più andare a scuola. Queste sono le notizie, diffuse dalle agenzie di stampa, che fanno eco attorno alla scuola materna di Sonnino, in provincia di Latina.
Questa mamma, di nazionalità marocchina e di fede islamica, accompagna il proprio figlio nell'unica scuola dell'infanzia del paese indossando il burqa, tradizionale velo che copre completamente la donna, compreso il viso.
Le mamme italiane, assolutamente contrarie, sono pronte a promuovere una raccolta firme per giungere a una soluzione etico-religiosa corretta e condivisibile da tutti affermando: "Niente contro di lei fuori dalla scuola è liberissima di indossare ciò che vuole ma chiediamo che dentro la scuola si faccia riconoscere".

Ma la mamma magrebina in merito al suo burqa, simbolo irrinunciabile, cosa ha da dire? Niente, a mediare e ha prendere le difese ci pensa il marito: “Questo è un abito della nostra tradizione, non avete nulla da temere”. Così Moustafa Addi, imam della moschea di Priverno, spiega ai giornalisti il motivo per cui sua moglie indossa il burqa per accompagnare il figlio a scuola. “E' solo un abito che indossano le donne del mio paese” aggiungendo “dunque non bisogna spaventarsi”.

Scoppiata la polemica, ora bisogna venirne a capo cercando una soluzione comune. Si siederanno al tavolo, inizio settimana prossima, per un tentativo di mediazione, il dirigente scolastico con la coppia di genitori marocchini e il sindaco.
Se la “trattativa” dovesse saltare è già pronta una soluzione alternativa. Un'ordinanza specifica per costringere la donna a non indossare più il suo burqa.

Questo complicato affare di paese capita proprio in un contesto europeo molto delicato, dove la discussione sul divieto del burqa è molto accesa.

Nel frattempo la Francia prende una chiara posizione: stop al burqa. “La dignità della donna non può essere sottoposta a violenze”. Sono le parole spese dal nostro presidente della Camera Gianfranco Fini qualche giorno fa, prima della vicenda di Sonnino.
Decisamente favorevole a questa posizione adottata dai cugini d'oltralpe aggiunge durante la presentazione del volume ‘Guida alla Costituzione per cittadini stranieri’: “in ragione di un valore della nostra Carta costituzionale relativo alla dignità della donna, che non può essere sottoposta a violenze o a comportamenti indotti da gerarchie diverse rispetto a quelle della legge”.

Vorrei chiudere l'articolo con le parole semplici ma significative del ministro della Giustizia francese Michele Alliot-Marie: “Vivere la Repubblica a volto scoperto è una questione di dignità e di eguaglianza”.

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